Uno dei principali vantaggi dell’idroponica è la possibilità di controllare da vicino e in maniera molto precisa sia il ciclo vitale delle piante, sia il loro sviluppo. Elementi come: l’umidità, la luce e le sostanze nutritive devono rimanere costanti e ben equilibrate. In questo modo, le piante cresceranno vigorose, forti e gli ortaggi matureranno in maniera rigogliosa. Esistono una varietà di fertilizzanti anche naturali che garantiscono alle piante, sia per quelle coltivate in terra che in suolo, il giusto apporto di sali minerali ed elementi nutritivi.
Le sostanze che non devono mai mancare per lo sviluppo della pianta sono:
Queste sostanze sono essenziali sia durante la fase vegetativa che di sviluppo della pianta. Oltre a questi nutrienti essenziali, bisognerà aggiungere ai fertilizzanti altre sostanze nutritive fondamentali, che variano in base alla tipologia di pianta, ma anche in funzione della fase del ciclo di vita e di sviluppo in cui si trovano.
Eccoli qui di seguito elencati:
- Manganese;
- Ferro;
- Zolfo;
- Zinco;
- Boro;
- Molibdeno
È importante - quando si crea un fertilizzante in casa - utilizzare i nutrienti organici in forma pura, dato che con i fertilizzanti commerciali questo non è sempre scontato.
La pianta ha bisogno di 3 nutrienti imprescindibili, azoto, fosforo e potassio, ma necessita anche di altri 10 elementi, come zolfo, magnesio, calcio, ferro, manganese, zinco, rame, cloro, boro e molibdeno. È molto importante calibrare le proporzioni tra questi componenti, in modo da far crescere in maniera ottimale le piante, e tenere d’occhio il livello di PH. Per questo, sia gli amatori che i professionisti optano normalmente per soluzioni già pronte all'uso, come i fertilizzanti della BioBizz, quelli dell'Advanced Nutrients, i prodotti per la fertilizzazione a marchio Atami, solo per fare alcuni esempi.
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L’azoto ha effetti benefici sulla crescita della pianta, aiuta nello sviluppo della parte legnosa, delle foglie, dei fusti e dei rami. Il fosforo non è mai puro, almeno in natura, ma - combinandolo con l’ossigeno - dà vita all’anidride fosforica, molto importante per lo sviluppo dei frutti e dei tessuti. Il potassio aiuta, invece, nell’assorbimento degli altri elementi e dei micronutrienti.

I nutrienti fatti in casa più comuni sono a base di sali di fertilizzanti, anche se lo svantaggio di questa tecnica è che bisogna comprarne tanti e ad un prezzo abbastanza elevato; per questo è consigliabile acquistare i fertilizzanti già pronti all'uso, che garantiscono un'alta qualità al miglior prezzo. Esistono, comunque, una varietà di sali tra cui scegliere a prezzi differenti e per tutte le tasche, anche se è sempre consigliabile scegliere quelli che, sebbene abbiano un prezzo più elevato, hanno una maggiore solubilità e una maggiore durata.
Il cloruro di potassio, ad esempio, è utilizzato maggiormente rispetto al solfato di potassio, tuttavia se è applicato per più di alcuni giorni, il cloro presente nel mix potrebbe rivelarsi dannoso per le piante. Il nitrato di magnesio può essere sostituito con il solfato di magnesio, ma è raro che sia sostituito, dato che il solfato di magnesio (Epsom) costa molto di meno. Come già detto in precedenza, oltre ai tre elementi principali, le piante hanno bisogno anche di quei famosi dieci elementi. Esistono moltissime formule nutritive a cui ispirarsi, l’importante è che gli elementi siano sempre utilizzati in quantità equilibrate, anche se rimane comunque molto complesso scegliere la miglior formula.
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Le piante hanno bisogno di diversi nutrienti in base ai giorni e ai diversi momenti della giornata; quindi è molto complesso determinare ciò di cui le piante hanno bisogno, almeno che non si facciano dei test completi ogni giorno. Quando si preparano da soli i fertilizzanti è opportuno fornire alla pianta una soluzione nutritiva naturale e bilanciata per tutto il tempo e con il termine bilanciato si intende, semplicemente, somministrare alla pianta il giusto rapporto di elementi per soddisfare i requisiti massimi della pianta. Il rapporto di solito è determinato calcolando le parti per milione di concentrazione di ciascun elemento.
La pianta assorbe ciò di cui ha bisogno attraverso i piccoli peli alle estremità delle sue radici, questo processo rende impossibile la sua sovralimentazione nelle colture idroponiche. Tuttavia, bisogna sempre prestare attenzione quando si mescola la concentrazione di nutrienti nell’acqua, perché un’eccesiva quantità comprometterebbe la capacità della pianta di assorbire l’acqua. Se i sali vengono diluiti in una concentrazione troppo elevata, la pianta rilascerà l’acqua invece che assorbirla, portandola alla disidratazione.
Per iniziare occorre acquistare i seguenti elementi:
- 280g di nitrato di sodio
- 280g di nitrato di calcio
- 280g di solfato di potassio
- 425g perfosfato
- 140g di solfato di magnesio
In un contenitore separato andranno miscelati gli oligoelementi sottostanti:
- Solfato di ferro da 28g
- 1 cucchiaino di solfato di manganese
- 1 cucchiaino di polvere di acido borico
- 1/2 cucchiaino di solfato di zinco
- 1/2 cucchiaino di solfato di rame
Gli ingredienti sono miscelati grazie anche all’utilizzo del pestello e del mortaio che trasformano le sostanze più grosse in polvere; come regola generale bisogna utilizzare un rapporto di ½ cucchiaino ogni 100 litri di acqua ed è consigliato non lasciare rimanenze, dato che non è possibile riutilizzarli dopo le 24 ore. Durante la fase vegetativa, il contenuto di azoto dovrà essere elevato, mentre le quantità di potassio e fosforo dovranno essere medio-alte. Una volta avviata la fase di fioritura, le percentuali di azoto dovranno diminuire, mentre quelle di potassio e fosforo dovranno aumentare.
Un altro fertilizzante fai da te e naturale è l’alga marina: si prepara una sorta di tè in cui andranno immerse le alghe, che dovranno fermentare qualche giorno vicino alla luce solare; bisognerà poi aggiungere 1 cucchiaino di sale Epsom per ogni litro di liquido e miscelare la soluzione nel serbatoio di alimentazione. È importante sempre controllare i livelli di PH, affinché i valori rimangano intorno ai 5,5 e 6,5.
Un altro fertilizzante da poter fare da soli è quello con gli scarti del cibo; per esempio è possibile creare altri tè con materiale organico, come involucri di lombrichi, gusci d’uovo e guano di pipistrello. Con questo procedimento è opportuno aggiungere anche della vitamina b sotto forma di compresse, che aiutano la fioritura della pianta: sarà sufficiente frantumare le compresse con il mortaio e pestello e inserirle poi nel serbatoio di alimentazione.

Un altro sistema per creare un fertilizzante naturale in casa consiste semplicemente nell’utilizzare delle bucce di banana, ricche di potassio che aiuta a rinforzare le piante nella fase nutritiva della pianta. Per sfruttare al meglio le potenzialità delle bucce di banana, basta metterle in un contenitore pieno di acqua, lasciarle macerare per circa 24 giorni e poi utilizzare l’acqua per l’irrigazione.
Per chi coltiva in terra, un’altra alternativa valida è la cenere: basta mescolare un terzo di cenere e due terzi di terriccio (attenzione a non variare queste proporzioni mettendo troppa cenere rispetto alla quantità di terra) e distribuire il composto direttamente sulle piante, che dopo pochi giorni inizieranno ad essere più vigorose. Molto naturale al tempo stesso efficace è anche la cenere e qui il vero trucco è quello di mischiare la cenere stessa con il terriccio; tenendo presente e facendo attenzione a non superare un terzo di cenere rispetto alla terra. Successivamente è necessario distribuire il mix ottenuto e - dopo pochi giorni - si vedranno piante più vigorose.
Per concludere alcuni consigli pratici per creare il proprio fertilizzante naturale:
Conservare i sali fertilizzanti, oligoelementi e sostanze nutritive in contenitori ermetici, lontano dall'umidità;
Quando si preparano le sostanze nutritive, è fondamentale utilizzare una ciotola grande e pulita per la miscelazione. I cristalli andranno schiacciati con un mortaio e un pestello (il tipo della farmacia è il migliore);
Macinare separatamente gli oligoelementi e aggiungere questi ultimi mescolando il tutto con molta attenzione; è importante assicurarsi che le polveri siano completamente sciolte in acqua prima dell'applicazione al sistema idroponico.
Molte volte saranno necessari degli aggiustamenti successivi per creare il proprio fertilizzante ideale e questa è probabilmente la parte più difficile dell'idroponica. Le varie modifiche andranno effettuate con cautela, altrimenti l’interno raccolto verrà danneggiato. Per avere la certezza di utilizzare le giuste combinazioni e le giuste dosi di fertilizzanti è opportuno rivolgersi a dei prodotti già pronti e confezionati, dove le condizioni asettiche e la regolazione millimetrica delle variabili - elementi indispensabili per poter ottimizzare la produzione - sono garantite.
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