Un green corner dove coltivare le verdure e gli ortaggi preferiti anche in pochi metri di terreno o addirittura in vaso? È questo il sogno di qualunque abitante delle aree urbane cittadine che non vuole rinunciare alla coltivazione fai da te e al gusto speciale di un prodotto del quale ci si è presi cura per tutto il tempo della sua maturazione. Sono sempre di più le persone che si dedicano a questa attività produttiva, poiché numerose sono le varietà di prodotti che si prestano alle coltivazioni in città, senza necessariamente richiedere tante ore settimanali di mantenimento che interferiscono con il tran tran della vita lavorativa di ognuno di noi.
Se hai voglia di iniziare una coltivazione in proprio parti scegliendo ortaggi o vegetali che non richiedano particolare dispendio di tempo ed energie. Il carciofo è uno di essi e qui ti spieghiamo quali sono le migliori modalità e i segreti per coltivare carciofi gustosi e di qualità.
Il carciofo: origine della coltura
Il nostro Paese è uno dei principali produttori di carciofi al mondo. Proveniente dalla famiglia delle Asteracee, il carciofo è un ortaggio le cui origini risalgono a molti secoli fa e il maggior bacino di produzione fin dai tempi antichi si identifica nell’area del Mediterraneo. Già questa è una delle caratteristiche che rende alcuni dei suoli italiani particolarmente indicati per la crescita e la coltura di questi esemplari grandi e dal sapore unico.
Le varietà di carciofi
Prima di dedicarti alla lavorazione e alla preparazione del terreno devi conoscere le varie tipologie di prodotto che - in base alla stagionalità - possono garantire la giusta resa in periodi dell’anno differenti.
Per un orticoltore le varietà di carciofo sono pressoché infinite, con un numero che si aggira sulle 90 tipologie, le quali, si suddividono in 2 gruppi principali: il gruppo primaverile, che include le varietà più prelibate e con capolini di dimensioni maggiori, ed un gruppo autunnale, che offre la possibilità di un doppio raccolto in due stagioni diverse. Questo secondo insieme è destinato, per gran parte, alla surgelazione e ai prodotti semilavorati o inscatolati.
Sulla base della presenza di spine e aculei il carciofo si classifica ulteriormente in varietà spinose e varietà inermi, ossia prive di spine. Le tipologie più celebri nel mondo della botanica, per caratteristiche organolettiche, sono il carciofo sardo e quello di Palermo fra gli spinosi, e il violetto toscano, il romanesco, il catanese, il romagnolo e il biancone di Castelvetrano tra gli inermi. Una volta appurata la variante che soddisfa di più il vostro gusto personale e meglio si sposa con il clima del luogo di coltivazione, sarete pronti per grandi e rigogliosi raccolti di carciofi.
Come coltivare i carciofi nell’orto
Nonostante la coltivazione del carciofo non risulti così complessa, essa richiede comunque alcuni accorgimenti per ottenere prodotti pregiati e adatti ad essere consumati e conservati. Per dare vita alla tua piantagione occorre innanzi tutto identificare quale sia l’ambiente migliore nel quale dar luogo al piccolo orto urbano. Individua il punto più caldo e meglio esposto intorno alla tua casa o al tuo piccolo appezzamento. Scegli un suolo che abbia un Ph che si aggiri intorno ad un valore di 6,5 e che presenti buone quantità di silicio e calcare, nutrienti indispensabili per coltivare carciofi.
Si inizia perciò con la preparazione del terreno, se si dispone di un appezzamento da destinare a coltura. Il terreno ideale per la carciofaia è quello ricco di microelementi derivanti da sostanze organiche e può rimanere produttivo fino ad addirittura 10 anni. È consigliabile alimentare il terreno con letame maturo (almeno 5kg per metro quadro di striscia coltivabile). Alle porte della stagione estiva e di quella autunnale, in base alla tipologia di carciofo coltivato, è necessario procedere con l’aratura del terreno, scavando a fondo per circa 50 cm.
Ciò a cui è particolarmente utile prestare attenzione è l’irrigazione del terreno per coltivare carciofi di qualità. Questa pianta nello specifico, richiede grandi quantità di acqua, ma se quest’ultima crea zone paludose dovrai correre ai ripari, creando le cosiddette baulature, piccoli rilievi per non lasciare che la troppa irrigazione distrugga il germoglio, provocando marciume radicale. Come in tutte le coltivazioni, l’equilibrio di acqua, sole e cura è fondamentale, soprattutto in base ai diversi climi dove si dà vita alle colture. Il fabbisogno idrico di tutte le varietà di carciofi è rilevante, soprattutto al sud, e nelle aree più calde e contribuisce anche a mantenere la produzione di quei germogli più tardivi. Nei climi più rigidi invece, è bene praticare la pacciamatura, per proteggere le piante dal freddo e dalle gelate, quando la coltivazione avviene all’esterno e non in serra (dove il procedimento non è necessario). Mai dimenticare dunque di dare acqua alle vostre piante nelle giuste dosi, altrimenti il carciofo, soprattutto nella fase preliminare dopo la piantagione, potrebbe cadere nella sua fase di quiescenza e il tuo lavoro di ortolano essere vanificato.
La concimazione del carciofo
Dopo aver dato vita alla tua piantagione di carciofi con gli accorgimenti di irrigazione, occorre continuare a prendersi cura di ogni singolo esemplare, che richiede il giusto apporto di nutrimento organico, che solo la concimazione, meglio se attraverso il letame naturale, può dare. Il periodo migliore per nutrire la tua carciofaia è settembre, alla ripresa dell’attività vegetativa dei campi, o a febbraio. In alternativa, per gli orti urbani, per i quali è complicato reperire letame direttamente dalle fattorie, l’importante è nutrire il terreno con componenti minerali come azoto, potassio e fosforo, in base alla composizione del terreno.
Piano piano, imparando a conoscere il proprio orticello, capirai anche quali sono i componenti da apportare in maniera più consistente.
Il periodo della raccolta dei carciofi
Il periodo della raccolta del carciofo varia in base alla tipologia della pianta e delle dimensioni di quest’ultima. Un buon raccolto genera di 4 ai 15 capolini, i boccioli adatti al consumo che si raccolgono recidendo lo stelo a circa 5-10 cm dalla gemma, quando i capolini sono ancora chiusi ma ben cresciuti. La stagione ideale di raccolta va dall’autunno inoltrato fino ai primi sprazzi di primavera, evitando i mesi più caldi. È questo il momento in cui il carciofo esprime le sue qualità organolettiche migliori, dando vita a ricette e piatti della tradizione italiana unici.
Coltivare i carciofi in vaso
Tradizionalmente la coltivazione dei carciofi avviene in piena terra. Tuttavia, coloro che non dispongono di spazio a sufficienza, ma non vogliono negarsi il piacere di prendersi cura del proprio orticello tentano la coltivazione del carciofo in vaso, la quale però, richiede dedizione e attenzione ancora maggiori. Occorre scegliere un vaso ampio poiché il carciofo per sua naturale espansione ha bisogno di molto spazio. Opta per un terriccio ricco di componenti organiche e di poca argilla e aggiungi letame naturale così da preparare il terreno del tuo vaso al meglio. Da qui, passa alla semina, momento delicato del processo, per il quale potrai sia utilizzare semi, che carducci o gemme di carciofo. Il processo è il seguente: realizza piccole buche nel terriccio e ad una profondità media, pianta i semi o le gemme e ricopri tutto senza lasciare parti esposte. Anche qui, come nella coltivazione a terra, arriva il momento fondamentale che è quello dell’irrigazione: abbondante ma parsimoniosa, sempre con il giusto equilibrio. Vedrai dopo qualche tempo i primi germogli venire alla luce e sarà una soddisfazione non da poco. Irrora il tuo vaso di acqua almeno una volta al giorno, effettuando questa operazione nelle ore meno calde della giornata.
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Coltivare carciofo in idroponica
Se credi che i metodi per dar vita a rigogliose piantagioni di carciofi siano finiti qui, ti stai sbagliando. Con l'idroponica si possono coltivare anche i carciofi! Nell’acqua di irrigazione devono essere naturalmente scelte vengono sciolte le sostanze nutritive adatte a concimare l’ambiente per far crescere ogni pianta. Oggi l'idroponica è un metodo sempre più usato, non a caso nella grande distribuzione, la domanda di frutta e verdura viene esaurita in gran parte grazie a questo metodo di coltivazione. I vantaggi sono numerosi: innanzitutto questa è una tecnica che consente di coltivare, nel caso specifico, i carciofi anche in ambienti poco ospitali e ostili e richiede, a differenza della coltura normale in terreno, un quantitativo di acqua minore ed un risparmio idrico del circa 80%. In assenza di terreno, non c’è contaminazione da virus o sostanze indesiderate, alle piante.
Nei climi rigidi la coltivazione idroponica è particolarmente indicata, poiché consente cicli produttivi continui, di 12 mesi in 12 mesi e garantisce una qualità superiore del prodotto. Il mese più indicato per la germinazione dei semi di carciofo è febbraio. Se il clima lo permette è possibile anche iniziare alla fine di gennaio o procedere fino a marzo inoltrato. Il momento della semina è il vero segreto di questo sistema per ottenere cardi rigogliosi. Affinché si producano germogli floridi è bene sapere che la pianta di carciofo richiede un periodo di vernalizzazione che dura circa due settimane, a temperature rigide che toccano anche i 10°C. Attenzione però, a tenere sotto controllo i gradi, perché i carciofi sono piante sensibili alle gelate. Per questo, è necessario procedere con il giusto tempismo: appena dopo l’ultima gelata ma prima che le temperature aumentino con l’avvicinarsi della primavera. Per cominciare a germogliare, i semi di carciofo richiedono una temperaturache si aggira intorno ai 20°C e il processo si avvia in due, tre settimane. A germinazione iniziata, irriga il tuo sistema idroponico con una soluzione fertilizzante una volta alla settimana. Online puoi trovare i fertilizzanti adeguati per prenderti cura dei carciofi in coltura idroponica, i quali contengono i giusti nutrienti e sono facili da usare per dare alle tue piante il giusto boost. Ricorda che il Ph in cui l’acqua della tua coltivazione deve oscillare risiede tra 6.5 e 7.5 (qui puoi trovare il tuo phmetro per misurare il ph). Con queste accortezze riuscirai a raccogliere frutti dal tuo orto idroponico con le migliori caratteristiche: solidi, rigogliosi e larghi almeno 8 cm.