Avete sentito parlare delle tantissime proprietà benefiche dell’aloe vera e non vedete l’ora di iniziare a coltivarla in casa? Volete avviare una piccola coltivazione casalinga di aloe, ma pensate sia un lavoro troppo lungo e difficile da sostenere? Desiderate coltivare questa pianta, ma temete che la raccolta delle foglie sia troppo complicata? Niente paura: Idroponica.it ha preparato per voi una guida semplice ed esaustiva per iniziare a coltivare l’aloe in casa.
Sebbene si tenda a pensare il contrario, coltivare l’aloe è semplicissimo, perché la pianta non richiede particolari cure o attenzioni, né competenze di coltivazione e cresce senza particolari difficoltà anche in casa. Anche la raccolta delle finale foglie – sebbene richieda di seguire alcune accortezze – non è affatto complicata.
Coltivare l'aloe in casa è la soluzione ideale per coloro che desiderano avere del prezioso gel sempre pronto all’uso e sempre a portata di mano per tantissime evenienze: dalle scottature ai bruciori di stomaco, dalle irritazioni alle difficoltà digestive. Non a caso, il principio attivo di questa pianta viene utilizzato in ambito farmaceutico ed erboristico per la produzione di cosmetici naturali, integratori e prodotti di vario genere.
Coltivare l’aloe in casa è un’opportunità per avere una pianta ornamentale esteticamente gradevole e – allo stesso tempo – del gel medicamentoso sempre a disposizione.
Aloe vera: caratteristiche della pianta
Originaria dell’Africa, dove il clima è particolarmente caldo per quasi tutto l’anno e in cui le piogge sono piuttosto rare, la pianta presenta più di 200 varietà, ma le più note e apprezzate sono l’aloe vera, quella più diffusa e utilizzata in assoluto, l’aloe barbadensis, l’aloe arborescens, l’aloe saponaria e l’aloe aristata. Come è possibile immaginare, l’aloe ama il caldo e preferisce i luoghi ben esposti alla luce solare; in particolare è fondamentale garantire alla pianta la luce solare per almeno 4 ore al giorno. La temperatura ideale per la pianta di aloe vera è compresa i 20 e i 30 gradi centigradi; se la temperatura dovesse salire, la pianta non ne risentirebbe particolarmente, se invece dovesse scendere molto – in particolare sotto allo zero – il gel acquoso contenuto nelle foglie si congelerebbe e la pianta – di conseguenza – morirebbe.
Anche per questo motivo, l’aloe è una pianta ideale da coltivare in casa: il calore invernale dei termosifoni e dell’ambiente casalingo rappresentano il contesto perfetto per avviare una piccola coltivazione di aloe senza correre il rischio di far soffrire la pianta o rovinarla.
Il terreno ideale per coltivare l’aloe vera
Per coltivare la pianta di aloe vera è opportuno utilizzare miscele di terriccio leggermente acido e ben drenato, per evitare i ristagni d’acqua e favorirne il drenaggio. Come già visto per molte altre piante di cui abbiamo parlato nel nostro blog, è fondamentale sistemare uno strato di argilla espansa - o ghiaietta – di due-tre centimetri sul fondo del vaso che userete per la coltivazione e poi aggiungere uno strato spesso di terriccio leggermente acido. La presenza di uno strato drenante sul fondo del contenitore aiuterà il drenaggio ed eviterà che le radici possano marcire.
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Irrigazione della pianta di aloe
Come è possibile intuire, la pianta di aloe non desidera grandi quantità di acqua, per questo è associabile a una pianta grassa piuttosto che a una tradizionale. Le irrigazioni, infatti, devono essere saltuarie e tra una e l’altra è opportuno lasciar passare alcuni giorni. Prima di fornire dell’acqua, accertatevi che il terreno sia effettivamente asciutto; se – al contrario – è ancora umido, attendete ancora prima di irrigare.
L’acqua ideale per innaffiare l’aloe è quella piovana o filtrata, perché l’acqua del rubinetto – spesso ricca di cloro – potrebbe rallentare la crescita. In linea generale, durante l’inverno sarà sufficiente innaffiare una volta al mese nel periodo primaverile e autunnale, mentre in estate sarà bene fornire l’acqua una volta a settimana.
Sarà opportuno sospendere le irrigazioni dell’aloe nei sette giorni precedenti alla raccolta per non compromettere la qualità del gel che verrà poi estratto dalle foglie della pianta. Occorre tener presente che – per avere una quantità adeguata di gel da poter utilizzare per fini erboristici – è importante attendere che la pianta abbia almeno tre anni di vita.
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Come coltivare l’aloe vera in vaso
Per coltivare la pianta dell’aloe, è possibile partire direttamente dai semi e avere così la soddisfazione di far crescere la pianta dalla alla Z per trasformarla, infine, in un gel pronto all’uso. Se, invece, non avete la pazienza e volete ridurre i tempi di attesa, potete acquistare direttamente la pianta da un vivaio specializzato oppure recuperare una talea da un vicino o un conoscente che ha già iniziato a coltivare l’aloe.
Il periodo ideale per effettuare il trapianto delle piccole piante di aloe vera è la primavera, quando riprende la fase vegetativa, ma ricordatevi che le piantine dovranno essere alte almeno 8 centimetri.
Il vaso ideale per coltivare l’aloe è profondo almeno 60 centimetri ed è in terracotta, un materiale che – grazie alla sua porosità – riesce a trattenere meglio l’acqua presente all’interno del contenitore e che– essendo più pesante rispetto ai vasi in plastica – offre maggiore stabilità alla pianta di aloe che tende a crescere sia in altezza che in larghezza.
Concimare la pianta di aloe
La concimazione della pianta di aloe è davvero poco impegnativa: è sufficiente fornire del fertilizzante una volta l’anno, poco prima dell’arrivo della primavera, quando la pianta riattiva il suo ciclo vitale. Se desiderate coltivare l’aloe vera per utilizzare il suo gel a fini erboristico-medici, accertatevi che il concime sia biologico. In alternativa, potete aiutarvi con della cenere, un fertilizzante biologico efficace.
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La raccolta delle foglie di aloe vera
Come anticipato sopra nel paragrafo dedicato all’irrigazione, è opportuno evitare di innaffiare la pianta di aloe nella settimana che precede la racconta delle foglie: questo trucchetto consentirà di far concentrare maggiormente i principi attivi, evitando quindi di diluirli, e di mantenere inalterate le proprietà della pianta. Per raccogliere le foglie occorre tagliarle in modo netto e deciso con un coltello apposito per piante: non è opportuno prenderle tutte naturalmente, basterà tagliare le 4 foglie più grandi e ripetere questa operazione per un massimo di quattro volte nell’arco dell’anno. Tagliate le foglie, occorre lavarle e poi inciderle per eliminare la parte verde esterna e raccogliere il gel trasparente presente all’interno, che rappresenta il prodotto essenziale per la realizzazione di tanti prodotti diversi, in particolare per la produzione di succo che viene usato per le sue proprietà cicatrizzanti e analgesiche, ma anche per ripristinare il giusto pH e o la flora batterica intestinale.
Parassiti e malattie della pianta di aloe
La pianta di aloe non è particolarmente sensibile a parassiti e malattie, tuttavia – proprio come tutte le altre piante forti e resistenti – evidenziano talvolta alcune criticità, per le quali occorre intervenire tempestivamente per evitare il peggio. Ad esempio, un’irrigazione troppo scarsa può comportare un assottigliamento delle foglie; in questi casi si deve intervenire irrigando la pianta con una maggiore quantità di acqua e irrigando leggermente più spesso di quanto non si facesse in precedenza.
Se, invece, la pianta tende a svilupparsi più in verticale che in orizzontale, la causa potrebbe essere una carenza di luce: in questo caso è opportuno spostarla in una posizione più soleggiata o dove la luce è presente più a lungo.
Se le foglie rendono a scurirsi, la causa potrebbe essere un’eccessiva esposizione alla luce diretta; in tal caso è opportuno allontanare la pianta dalla luce diretta.
Se la pianta tende a sviluppare foglie dalla forma strana, ad esempio, accartocciate e con delle pieghette in corrispondenza delle punte, la causa potrebbe essere un eccesso di acqua: l’ideale è rallentare le irrigazioni e diminuire la quantità di acqua erogata. Se notate delle macchie sulle foglie, ciò può essere dovuto al fluoro contenuto nell’acqua dal rubinetto, pertanto è consigliabile usare dell’acqua filtrata.
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