Nel panorama della coltivazione, gli innesti rappresentano una pratica consueta ed estremamente importante. Con questa tecnica è possibile migliorare le caratteristiche di una determinata varietà di piante permettendo loro di sopportare meglio alcune avversità climatico/ambientali, oltre a migliorarne la resistenza ad attacchi fungini e parassitari. La tecnica dell'innesto nelle piante è abbastanza semplice da praticare: richiede solo un po' di manualità e pochi semplici attrezzi, come il coltello per l'innesto. Innanzitutto, dovremo selezionare la pianta che ospiterà l'innesto. Generalmente si sceglie una varietà selvatica autoctona della stessa famiglia, che prenderà il nome di portainnesto, mentre la parte innestata si chiamerà margotta o scudo, nome che varia in base al metodo utilizzato.
La tecnica dell'innesto nelle piante: ecco come funziona e le tipologie differenti
L'innesto è una tecnica usata in agronomia per la moltiplicazione agamica delle piante che avviene grazie alla commistione anatomica e fisiologica di due soggetti diversi (detti bionti), che sono rispettivamente "portinnesto" o soggetto e "nesto" o oggetto, il primo citato rappresenta la base della pianta, mentre il secondo la parte aerea.
Nell'immagine che segue una panoramica dettagliata sulle tipologie di innesto da poter adottare per le vostre piante:
- Innesto a spacco diametrale
- Innesto a spacco inglese
- Innesto a spacco laterale
- Innesto a triangolo
- Innesto a corona
- Innesto a gemma

Innestare significa saldare, sul portinnesto, una porzione del nesto, detta marza, rappresentata da una parte di ramo (occhio o scudetto). Questa pratica darà vita a una pianta data da due piante diverse. La fusione avviene grazie al callo che si forma fra le due superfici incise. La buona riuscita dell'innesto dipenderà dalla precisione con la quale si eseguirà la tecnica, creando tagli dell'innesto e del portainnesto perfettamente uguali nel momento giusto dell'anno.
Tutti i vantaggi dell'innesto
Il vantaggio del portainnesto è quello di avere una forte resistenza alle condizioni avverse data dall'origine selvatica della pianta che, grazie all'evoluzione di diverse centinaia di anni, si è adattata alla perfezione all'ambiente in cui vive.

Per le ragioni illustrate sopra, è facilmente comprensibile che, innestando una varietà non autoctona della stessa famiglia su un portainnesto sano e robusto, l'innesto gioverà di un apparato radicale forte e particolarmente resistente, abituato a crescere in un determinato ambiente dandoci la possibilità di coltivare con risultati migliori in termini di qualità e produttività di varietà che altrimenti stenterebbero a sopravvivere in un ambiente a loro non consono.
Una volta selezionato il portainnesto, dovremo scegliere le parti della pianta donatrice che diverranno, una volta che l'innesto sarà andato a buon fine, una nuova pianta, la quale conserverà tutte le sue caratteristiche produttive, ma con il vantaggio di una maggior resistenza. Questa pratica è visibile su tutte le piante da frutto, le rose e tutte le piante da orto come pomodori, peperoni, melanzane, zucche e zucchine, meloni e angurie, ma solo per fare alcuni esempi.
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