Coltivare i pomodori – veri grandi protagonisti della cucina estiva e in particolare della tradizione mediterranea – rappresenta spesso il primo passo per iniziare a prendere confidenza con il lavoro e la cura della terra. Generalmente questa attività appassiona così tanto da condurre alla creazione di un vero e proprio orto in casa, in giardino, in vaso, in una serra o all’interno di una grow room. Chiunque inizi a coltivare il pomodoro aspira – prima o poi - a ottenere il pomodoro ideale: rosso, polposo, succoso, liscio e dalla forma perfetta. E naturalmente saporito.
Ma come si coltiva il pomodoro ideale?
Sicuramente, uno dei consigli fondamentali per poter coltivare il pomodoro migliore è scegliere i semi delle varietà più resistenti, per poi prendersi cura correttamente della propria coltivazione, prevenendo i problemi e agendo subito in caso di criticità, come malattie o parassiti.
In questa guida dedicata alla coltivazione del pomodoro troverete illustrate tutte le tecniche utilizzabili e gli istrumenti utili a vostra disposizione: dai metodi tradizionali a quelli idroponici, gli attrezzi necessari, le cose da sapere per evitare problemi e ottenere un raccolto soddisfacente e alcune curiosità e trucchetti che possono fare la differenza. Iniziamo con l’affrontare la scelta delle specie da poter coltivare. Quanti tipi di pomodori esistono? Quali sono le qualità principali e più diffuse che vale la pena coltivare?
Tipi e qualità principali di pomodori: San Marzano, Cuore di Bue, Ciliegino e altri
I pomodori che generalmente si coltivano nell’orto di casa, in vaso o all’interno di ambienti chiusi con tecniche idroponiche appartengono tutti a varietà utilizzate e consumate a crudo, generalmente in insalate. Per questo vengono chiamati comunemente anche “pomodori da mensa”. Generalmente si raccolgono ancora un po’ verdi, si raccolgono in cassette di legno o plastica e si attende che arrivino a maturazione.
I pomodori di questo genere riescono a raggiungere dimensioni piuttosto grandi e possono avere una superficie più o meno liscia o costoluta a seconda della varietà specifica coltivata. Tra i tipi di pomodori principali, maggiormente diffusi nelle coltivazioni domestiche e comunemente consumate a tavola, troviamo le seguenti varietà (elencate in ordine alfabetico):
Ciliegina: comunemente chiamati e conosciuti con il nome di ciliegini, i pomodori appartenenti a questa varietà molto conosciuta e apprezzata sono piccoli e dolci (da qui deriva il loro nome) e crescono a fitti grappoli. Proprio per questa ragione, nel crescere, le piante richiedono il sostegno di supporti ad hoc e – allo stesso tempo - sono in grado di adattarsi a condizioni ambientali e climatiche molto diverse.
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Ciliegino nero Black Cherry: dal colore decisamente originale, il pomodoro ciliegino nero ha un aspetto davvero particolare e un gusto unico. Dai tratti acidi e dal sapore intenso, questo pomodoro è ricco di licopene – da cui deriva il colore rosso scuro che sfocia nel nero intenso – una sostanza in grado di contrastare i radicali liberi e aiutare nella prevenzione del cancro.
Cuore di bue: pomodoro molto famoso e perfetto soprattutto per la preparazione di insalate e panzanelle, presenta una superficie costoluta e regolare; ha una buccia piuttosto sottile e una polpa ricca, soda e compatta. Ha dimensioni molto grandi ed è particolarmente apprezzato per il suo sapore intenso. Qui sono disponibili i semi di cuore di bue biologici.
Costoluto fiorentino o genovese: per l’aspetto si avvicina molto al cuore di bue, ma è di dimensioni più piccole e dalla forma più aggraziata. Anche questo è un pomodoro molto carnoso, perfetto da servire in insalate, ma ideale anche per la preparazione di sughi e salse. La sua coltivazione è piuttosto semplice e alla portata tutti e le sue dimensioni rendono possibile e facilmente gestibile anche la coltura in vaso.
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Green Zebra: questa varietà di pomodoro – di colore verde acceso e con striature giallastre – si è diffusa moltissimo negli ultimi anni, mentre in precedenza era semi-sconosciuta. Il frutto ha una forma tondeggiante, dimensioni medio-piccole e – come suggerisce il suo colore – ha un ottimo sapore intenso e marcatamente acidulo. Ideale per chi ama il gusto autentico del pomodoro acerbo, è invece sconsigliato a chi ama il tradizionale gusto dolce.
Marmande: questa tipologia di pomodoro rappresenta una varietà molto antica. La sua forma ricorda quella del cuore di bue, ma ha dimensioni più piccole, è meno costoluto e si caratterizza per una superficie più liscia. Si raccoglie quando è ancora verde e si consuma - anche questo – crudo, all’insalata.
Pomodoro Nero di Crimea: molto simile – per colore e forma - al Ciliegino Nero Black Cherry, il Pomodoro Nero di Crimea è anch’esso ricchissimo di licopene e ha dimensioni leggermente superiori. Sulla sua superficie molto liscia presenta delle striature di colore più chiaro (simile al marrone). Anche questo pomodoro è perfetto da consumare crudo, soprattutto per non alterare e disperdere le proprietà benefiche contenute al suo interno.
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Pantano romanesco o romano: questo pomodoro – dal sapore intenso, dolce e deciso – ha un aspetto costoluto ed è una delle varietà più diffuse sulle tavole del centro Italia, come suggerisce il nome stesso. Ideale per gli orti domestici, il pantano romanesco - o romano – ha il vantaggio di offrire una raccolta scalare, che consente di avere pomodori sempre disponibili - e in quantità gestibili - per un periodo piuttosto lungo.
Pomodoro Rio Grande: questa varietà di pomodoro cresce generalmente molto abbondante e vigorosa. Il suo frutto è caratterizzato da un colore rosso vivo, la forma è a uovo, la buccia piuttosto spessa, la polpa molto soda e compatta. Per le sue ottime caratteristiche, questo pomodoro è ideale per la preparazione di salse e pelati, ma anche per l’essiccazione in forno e la conservazione in barattolo sott’olio.
La coltivazione di questa varietà di pomodoro non richiede particolari sforzi e non ha bisogno di sostegni.
Pomodoro Rosa di Berna: come suggerisce il nome, questo pomodoro ha origini elvetiche; ha dimensioni medie, un colore rosso pallido ed è caratterizzato da una polpa molto compatta e carnosa, da un contenuto ridotto di semi e un gusto molto delicato. Il suo nome deriva probabilmente dalla forma - che ricorda il profilo di una rosa – che questo frutto assume quando viene tagliato orizzontalmente.
Pomodoro Zuckertraube: La pianta di questo pomodoro è estremamente vigorosa e florida; i frutti – che crescono a grappolo – hanno una superficie estremamente liscia e rossa; la polpa è molto dolce e gustosa e presenta un buon equilibrio tra il livello di dolcezza e il tasso di acidità.
Principe borghese: Questa varietà di pomodoro è molto antica e la sua pianta è piuttosto forte e florida nella produzione. È il tipico pomodoro vesuviano, che può essere conservato appeso, in grappoli, anche per diversi mesi (riesce ad arrivare tranquillamente fino al mese di gennaio). La forma di questo frutto è a goccia e termine con una punta affusolata, mentre la buccia è piuttosto spessa.
Pomodori da salsa
Il pomodoro destinato alla produzione del sugo deve essere piuttosto compatto, con la polpa carnosa, e contenere un quantitativo ridotto di acqua. Se decidete di coltivare i pomodori per fare il sugo e imbottigliarlo per l’inverno, dovrete selezionare piante dalla produzione elevata, che non abbiano una raccolta scalare, in modo da poter lavorare i pomodori e preparare la salsa in una unica volta.
Pomodoro San Marzano: è la varietà di pomodoro più conosciuta e diffusa per la salsa, ma si usa comunemente anche fresco, per la preparazione di insalate e piatti freddi. Il frutto ha una forma allungata, contiene poca acqua e cresce a grappolo. Qui sono disponibili i semi di pomodoro San Marzano per coltivarli in casa.
Pomodoro Roma: questa varietà di pomodoro presenta dei frutti dalle dimensioni piuttosto ridotte e la sua polpa è molto carnosa; è una qualità con un tasso di acidità piuttosto ridotto ed è ideale per la preparazione del sugo da imbottigliamento.
Pomodoro Pachino IGP: originario di Israele, ma adottato dalla Sicilia, questa speciale varietà di pomodoro dalle dimensioni molto piccole si differenzia dagli altri pomodori per la sua tipica forma a ciliegia. Cresce a grappolo e ha un sapore dolcissimo e intenso.
Pomodoro Pepe: si tratta di un pomodoro di origine giapponese che si caratterizza per una produzione estremamente florida e precoce. Il pomodoro Pepe ha una forma tonda perfetta e un sapore decisamente intenso e dolce.
Pomodoro Palla di Fuoco: si tratta di una delle famiglie di pomodori più diffuse, apprezzate e coltivate dai produttori professionisti, perché si caratterizza per una produzione precoce e anche piuttosto abbondante.
Il Pomodoro Beefmaster: si differenzia dagli altri pomodori per le dimensioni molto grandi dei suoi frutti e per il suo sapore intenso. Se correttamente fertilizzato, ogni pomodoro può crescere tantissimo, fino ad arrivare a pesare anche 450 g.
Come coltivare pomodori dal seme
Se desiderate coltivare i pomodori partendo dai semi, l’operazione è leggermente più complessa rispetto alla messa in vaso delle piantine, ma è sicuramente un’esperienza che regala maggiori soddisfazioni. Per partire dai semi è possibile utilizzare i semenzai biodegradabili studiati ad hoc, ma è importante capire qual è il momento adatto per iniziare la coltivazione, perché – se non si dispone di una grow room o di una piccola serra - questo dipende molto dalla zona geografica in cui vi trovate.
Per seminare il pomodoro occorre attendere orientativamente il periodo di aprile (dopo le gelate e il periodo di grande freddo): prendete un semenzaio, versate del terriccio, poi inserite due semi di pomodoro in ogni scomparto, avendo cura di posizionarli in piccole buche profonde circa mezzo centimetro. Ricoprite i semi con altro terriccio e irrigate abbondantemente ogni scomparto.
Posizionate il semenzaio in un punto luminoso del terrazzo o del giardino, dove ci sia la luce diretta del sole: a questo punto l’unica accortezza che dovrete avere è tenere il suolo costantemente umido. In questo modo, i semi inizieranno a germinare e saranno pronti nell’arco di circa dieci/quindici giorni.
Se avete scelto di coltivare il pomodoro direttamente in pieno campo, seminate in buchette disposte in fila a 50 cm l’una dall’altra. Se avete bisogno di più file, distanziatele tra loro di circa 1 metro. Il rispetto delle distanze minime tra le piante consente loro di avere a disposizione sufficiente spazio per svilupparsi ed evita il formarsi di pericolose sacche di umidità, caratteristiche di impianti troppo fitti.
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Come coltivare i pomodori nell’orto
Una volta germogliati, i pomodori possono essere trapiantati nel luogo di destinazione finale, ovvero nell’orto o all’interno di vasi abbastanza grandi (vedete il capitolo successivo di questa guida dedicata proprio alla coltivazione dei pomodori in vaso). Questo passaggio viene svolto nel periodo di aprile/maggio, quando le piante avranno raggiunto un’altezza di almeno 15 centimetri.
Per svolgere al meglio questa operazione, è necessario:
- scavare delle piccole buche nel terreno;
- togliere delicatamente dal semenzaio il blocco di terra in cui si sono sviluppate le radici;
- posizionare il blocco di terra all’interno delle buche che avete preparato (nell’orto o nei vasi), avendo cura di lasciare almeno 20 centimetri di spazio tra una pianta e l’altra.
Una volta conclusa questa operazione, occorrerà riempire e richiudere completamente le buche e poi irrigare abbondantemente e frequentemente. Si raccomanda una frequenza di almeno 3 volte a settimana, mentre nelle giornate estive più calde anche tutti i giorni, l’importante è che il terreno in cui si trovano le piante sia sempre molto umido.
Quando le piante avranno attecchito e inizieranno il loro sviluppo, sarà fondamentale – che si trovino nell’orto o in vaso – provvedere ad inserire nel terreno degli appositi sostegni, in grado di supportare correttamente la crescita della pianta. I sostegni possono essere sistemati accanto a ogni pianta, a circa cinque-sette centimetri dal fusto: è importante non inserire il supporto troppo vicino, per non rischiare di rompere le radici, ma neanche troppo lontano perché altrimenti non supporterebbe a dovere la crescita della pianta in altezza.
Un altro aspetto cui prestare molta attenzione è rappresentato dalle erbe infestanti: per eliminare quelle che nascono nel terreno, tra una fila di piante e l’altra, è bene aiutarsi con una zappetta, per riuscire a ripulire l’area in poco tempo.
Inoltre, per poter migliorare la qualità dei frutti, è consigliato eliminare periodicamente i germogli che crescono ai lati, nei punti tra fusto e ramo, prima che raggiungano i 3 centimetri di lunghezza. Come vedremo nel capitolo dedicato alla potatura, si possono togliere a mano oppure con l’utilizzo di un coltellino.
Coltivare i pomodori in casa: coltivazioni in vaso
Se iniziate a coltivare i pomodori per la prima volta, è consigliabile cominciare con un piccolo esperimento sistemando le piantine (che potete acquistare direttamente dal vivaio) all’interno di vasi. Sebbene coltivare i pomodori non sia difficile, se non si ha alcuna esperienza in merito, è preferibile avviare prima una coltivazione in grandi contenitori, per iniziare a capire le esigenze e gli sviluppi della pianta, prendere confidenza con la materia ed espandere in un secondo momento la coltivazione in terreno, o avviare una coltivazione idroponica. È opportuno ricordare che il periodo migliore per iniziare a coltivare le piante di pomodoro in vaso è il mese di maggio.
Il primo passo è individuare il contenitore ideale; il consiglio è utilizzare grandi vasi in plastica, che siano in grado di trattenere l'acqua anche in piena estate e – allo stesso tempo – che siano facili da spostare da un punto all’altro del terrazzo o del giardino e abbastanza comodi da gestire. Specie alla fine della stagione, quando richiedono un attento lavoro di pulizia accurata prima del riutilizzo.
Per quanto riguarda la scelta dei vasi, è possibile optare per il contenitore più adatto allo spazio che si ha a disposizione: si può scegliere un vaso per ogni pianta, in questo caso il contenitore deve avere una larghezza di almeno 30 centimetri, oppure prevedere dei contenitori rettangolari – come ad esempio le classiche fioriere - inserendo più piante in un unico vaso grande; in questo caso si dovrà avere l’accortezza di lasciare 40 cm di spazio tra una pianta e l’altra, in modo da non costringere le piantine di pomodoro in uno spazio troppo ristretto.
Una volta scelto il vaso, occorrerà prevedere il giusto terriccio da inserire: è consigliabile optare per un terreno con pH compreso tra 5.5 e 6.8, che sia ricco di azoto. È possibile - ad esempio - utilizzare un terriccio fertilizzato, oppure addizionare con del compost il terriccio universale.
Il passo successivo per poter coltivare i pomodori in vaso nel modo corretto è prevedere un buon drenaggio, per assicurare la crescita e lo sviluppo di radici forti e sane. Un ottimo trucco per regolare ad hoc lo scolo dell’acqua è inserire uno o due strati di retina (come quella usata per le zanzariere fai da te) tagliati a misura sul fondo di ogni vaso, prima di riempirli con il terriccio, e sistemare dei sassi medio-piccoli o della ghiaia all’interno del sotto-vaso. In questo modo il terriccio rimane compatto e allo stesso tempo viene garantito un corretto drenaggio.
Fatto questo, si può procedere all’azione e piantare i pomodori! Occorre riempire i vasi, per due terzi, con del terriccio, poi inserire le piantine di pomodoro, avendo cura di inclinare il fusto di 45 gradi e di lasciare almeno 12-15 centimetri di spazio libero tra una piantina e l’altra. Infine, basterà ricoprire con altro terriccio fino ad arrivare quasi all’orlo del vaso e innaffiare abbondantemente.
A questo punto, il fattore più importante – oltre ad una irrigazione costante – è l’esposizione al sole: sistemare i vasi in una zona soleggiata della casa è sicuramente il metodo migliore per poter garantire ai pomodori un’ottima crescita. Quando la pianta avrà raggiunto un’altezza tale da non poter crescere più dritta, sarà opportuno prevedere un supporto per poterla sostenere e mantenere in posizione verticale.
La frequenza di irrigazione consigliata è di tre volte a settimana, sempre all’alba o al tramonto, in modo da evitare che la luce solare arrivi diretta sulla pianta bruciando le foglie.
I tempi per il raccolto dipendono dalle condizioni atmosferiche, dalla temperatura, dall’irrigazione e anche dalla qualità del pomodoro coltivato; tuttavia - in linea generale – per poter raccogliere i primi frutti occorrerà attendere la prima metà del mese di luglio.
Come coltivare i pomodori con l’idroponica
La coltivazione idroponica dei pomodori ha iniziato a diffondersi già negli anni Trenta, quando il metodo impiegato era quello dell’Ebb & Flow (Flusso e Riflusso). Negli anni Settanta venne introdotto, invece, il sistema NFT (Nutrient Film Technique) e ancora dopo il metodo di irrigazione a goccia.
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Ancora oggi tutte queste tecniche sono ancora valide per la coltivazione dei pomodori - e di tanti altri prodotti da far crescere indoor – pertanto la scelta sarà soggettiva e potrà variare in base al livello di esperienza, allo spazio a disposizione e all’inclinazione personale per questi metodi.
Il sistema di flusso e riflusso è ancora oggi molto utilizzato per le coltivazioni indoor domestiche; è infatti il metodo preferito da coloro che si affacciano per la prima volta al mondo della coltivazione idroponica, sia perché – per diversi aspetti – è più semplice rispetto agli altri sistemi, sia perché è più economico.
In questo sistema idroponico, la soluzione di acqua e fertilizzanti viene pompata dal serbatoio al vassoio di coltivazione, in cui si trovano le piante, fino a quando il contenitore non risulta completamente allagato. A questo punto, la pompa di spegne e il vassoio si svuota completamente. Questo sistema è sicuramente più comodo rispetto ad altri, tuttavia non si ha la possibilità di tenere traccia delle quantità di sostanze nutritive realmente assorbite da ogni pianta.
Con la Nutrient Film Technique (NFT), le piantine di pomodoro sono collocate in un contenitore inclinato, dove un flusso di acqua continua nutre la pianta grazie alle sostanze nutritive presenti sulla pellicola posizionata sul fondo della vaschetta.
La terza soluzione, l’irrigazione con i gocciolatori dall’alto, è un sistema costituito da una pompa, che - dal serbatoio - spinge l’acqua verso l’alto e – attraverso appositi tubi – la distribuisce nei diversi scomparti del vassoio, dove sono collocate le piantine.
Potete decidere di coltivare i pomodori con la tecnica idroponica che ritenete più opportuna, tenendo a mente che potete sempre scegliere di cambiarla se vi doveste accorgere che non fa per voi. Inoltre, uno degli aspetti più vantaggiosi della coltivazione dei pomodori in idroponica è che se dovessero verificarsi dei problemi o delle condizioni ambientali problematiche, avete la possibilità di intervenire direttamente e migliorare immediatamente la situazione.
I semi e il terriccio di partenza prima di piantare i pomodori
Il primo passo per imparare a coltivare i pomodori in idroponica consiste nel creare l'ambiente ideale per i semi – proprio come avviene per la coltivazione tradizionale nell’orto o in vaso – scegliendo e mettendo a punto la giusta miscela di terra. Il terreno dovrebbe essere caratterizzato da una base (90%) di normale terriccio, cui aggiungere un 10% di compost o terriccio fertilizzato.
Il mix standard ideale per l'invasatura è solitamente realizzato con parti uguali di perlite, vermiculite e torba. È importante garantire il pH giusto e per questo il consiglio è di aggiungere un cucchiaio di calce idrata ogni quattro litri di terriccio.
I pomodori possono offrire alti rendimenti, se si prepara correttamente il terreno di coltura. L'opzione degli strumenti e dei materiali utili per la coltivazione è anche collegata alla tecnica idroponica che prevedete di utilizzare. I pomodori possono prosperare con una qualsiasi tecnica di coltura idroponica. Indichiamo qui di seguito i substrati e i terricci ideali da poter utilizzare, a seconda del tipo di metodo di coltivazione adottato.
- Palline di argilla espansa e Fibra di Cicco: per le colture RDWC (Recirculating Deep Water Culture), sistemi NFT e quelli a goccia;
- Lana di Roccia – Sistemi a gocciolamento, Flusso e Riflusso;
- Perlite e Vermiculite - Sistema NFT, sistemi a goccia.
A tal proposito, occorre ricordare che il pH nella coltivazione idroponica deve essere compreso tra 5.8 e 6.3; esistono dei kit economici per misurarlo in modo facile e veloce e dei prodotti ad hoc per correggerlo, in modo che sia ottimale per lo scopo. Per preparare la miscela di terriccio, potete usare la normale acqua di rubinetto che servirà ad inumidire il composto: prendete una manciata di terriccio e aggiungete poche gocce d’acqua, quindi mescolate per uniformarlo. Nel caso in cui il mix diventi troppo umido, è possibile aggiungere della vermiculite asciutta oppure della perlite (solo una manciata) e poi mescolare di nuovo.
Il modo migliore per piantare e iniziare la coltivazione dei pomodori in idroponica è procurarsi un buon vassoio ad hoc e riempirlo con il mix di terreno precedentemente preparato, secondo le indicazioni riportate sopra.
Una volta preparato correttamente il di terreno ideale e procurato il giusto contenitore, è possibile procedere con la semina.
Piantate i semi di pomodoro ad una profondità di mezzo centimetro, inserendo 8 semi ogni 2,5 cm. Per non far seccare i semi, è consigliabile coprirli per alcuni giorni: per agevolare questa operazione è più comodo e sicuro utilizzare un vassoio che sia dotato di coperchio.
Ecco l'elenco dei contenitori con il coperchio per questa fase della coltivazione.
L’illuminazione
L’illuminazione – che deve essere abbondante - è uno dei fattori cruciali per la crescita e lo sviluppo delle piante di pomodori coltivate in idroponica.
Se assicurate alle vostre piantine luce abbondante, potrete garantirvi la migliore qualità e quantità di pomodori.
I semi che germogliano hanno bisogno di una buona illuminazione, proprio come avviene con la coltivazione tradizionale, che necessita di una intensa luce solare. Tuttavia, occorre accertarsi che le lampade utilizzate siano adeguate e soprattutto si trovino alla giusta distanza: se fossero posizionate in un punto troppo lontano dai semi, i pomodori non riceverebbero luce e calore sufficiente per crescere, nell’ipotesi opposta, si creerebbe il rischio di bruciarli per il troppo calore. Occorre, quindi, posizionare delle luci a LED a fluorescenza crescente ad una distanza di 10-15 centimetri dai semi di pomodoro, per circa 18-24 ore al giorno.
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Per fare in modo che i pomodori ricevano la giusta quantità di luce, le lampade LED sono la fonte migliore di illuminazione, perché potete gestirle direttamente e averne il completo controllo.
Una volta che i germogli raggiungono un’altezza di 4 centimetri, è opportuno trasferirli con delicatezza in un contenitore più alto (di circa 15 cm)
Per avere un ambiente controllato, è consigliabile coltivare i pomodori in idroponica all’interno delle apposite grow room, ovvero tende da coltivazione che permettono di chiudere e sigillare l'ambiente con una porta a zip.
Queste tende sono realizzate in tessuto e consentono di mettere a punto l’ambiente ideale per le piante e ricreare le migliori condizioni per i vostri pomodori.
La temperatura
La temperatura è un altro fattore fondamentale – al pari dell’illuminazione – per consentire ai vostri pomodori di germogliare, crescere e maturare correttamente. In linea generale, la temperatura ideale è di circa 18-26 gradi °C durante il giorno e circa 12-18 gradi °C durante la notte. La giusta temperatura per la germinazione è di 26-27 gradi °C, per un periodo di tempo, che può oscillare tra i 5 e i 12 giorni. Una volta che i semi iniziano a germogliare, rimuovete il coperchio.
Come avrete dedotto, le piante di pomodoro vogliono il caldo e riescono a sopravvivere anche con temperature molto alte, ma moriranno se queste scenderanno troppo in basso, come avviene in caso di ghiaccio.
L’ambiente protetto e sigillato della grow room – o tenda da coltivazione – riesce a garantire un controllo migliore della temperatura e la possibilità di coltivare i in qualsiasi periodo dell’anno.
I nutrienti ideali per i pomodori coltivati in idroponica
E passiamo, a questo punto, ai nutrienti idroponici, essenziali per alimentare e far crescere la pianta e per fornirle tutte le sostanze di cui ha bisogno.
Come funziona e come viene somministrato il nutrimento in una coltivazione di pomodori in idroponica?
I nutrienti solubili vengono miscelati e sciolti nell'acqua, che viene somministrata alle piante con metodi diversi, a seconda la tecnica idroponica prescelta.
Ecco il nutrimento biologico per i pomodori
Una volta che i nutrienti sono sciolti e mescolati all'acqua, si crea la soluzione nutritiva fondamentale per la crescita delle piante, ma c’è un altro fattore importante da considerare, che incide profondamente. Oltre al pH, come abbiamo visto in precedenza nella preparazione del mix di terriccio, occorre monitorare l’EC, la conducibilità elettrica, ovvero la misura di tutti gli ioni che conducono elettricità all’interno di soluzione acquose.
Questo perché – quando si aggiungono dei fertilizzanti all’acqua – all’interno del liquido si crea un aumento del numero di ioni con carica elettrica. Più alta è la quantità di ioni che si trovano nella soluzione di acqua e fertilizzanti disciolti, maggiore è l’EC dalla soluzione stessa.
La conducibilità elettrica (in inglese EC - Electrical Conductivity) ideale per i pomodori è compresa tra 2,0 e 3,5 mMhos.
Quando si utilizzano le tecniche idroponiche, il terreno di coltivazione può essere facilmente e rapidamente modificato per poter soddisfare i requisiti desiderati.
Al momento, uno dei materiali più frequentemente utilizzati, in grado di trattenere l’acqua necessaria, è la lana di roccia, che consente di fornire alla pianta la giusta quantità di aria e di acqua.
La lana di roccia è disponibile in formati e dimensioni differenti, tra i quali potete scegliere liberamente quello più adatto alle vostre esigenze e al sistema adottato.
Se ci sono delle carenze nei livelli di nutrienti, pH o EC, i risultati possono essere facilmente visibili sulle piante e altrettanto facilmente si può trovare la soluzione adatta.
Per fare questo, però, è opportuno controllare periodicamente i seguenti aspetti, che potrebbero essere dei segnali di allarme molto importanti:
- se le foglie delle piante tendono ad ingiallire, il pH potrebbe essere troppo elevato, oppure potrebbe essere il sintomo di una carenza di sostanze nutritive;
- se lo stelo della pianta diventa rosso e le foglie si arricciano, vuol dire che il pH è troppo basso;
- se le foglie si arricciano – senza manifestare altri sintomi – i livelli dei nutrienti potrebbero essere troppo alti;
- se i fiori delle piante cadono precocemente, potrebbe esserci una carenza di potassio.
Esistono in commercio vari tipi di pomodori, ma alcune varietà cresceranno meglio con le tecniche idroponiche; in particolare otterrete grandi risultati con tutte quelle famiglie di pomodori che generalmente vengono coltivate in serra. Tipicamente, queste tipologie tendono a crescere verso l’alto e – per questo motivo – hanno bisogno di sostegni che supportino la struttura della pianta e la sua crescita.
Tuttavia, esistono tante varietà di pomodoro da poter coltivare e una delle sfide più belle è capire quali varietà di piante riescono a crescere bene all’interno delle vostre grow room.
Per poter raccogliere dei pomodori gustosi e nutrienti, è bene irrigare correttamente le piante fornendo il giusto apporto di nutrienti.
Generalmente, esiste un numero combinato di nutrienti che vengono disciolti nel serbatoio di acqua per poi arrivare – tramite una pompa – all’interno del letto di coltivazione, dove verranno assorbiti dalle piante.
Per essere certi di utilizzare il migliore fertilizzante, occorre conoscere le esigenze nutritive delle piante di pomodori, ma in – linea generale – è opportuno sapere che per crescere correttamente le piante da fiori e da frutto necessitano di tanto fosforo, potassio, azoto e di poco sodio; per questo è possibile fare riferimento alle linee di prodotti dedicate che si trovano in commercio.
Questi garantiranno la crescita delle piante e un raccolto soddisfacente di pomodori sani, succosi e gustosi.
I pomodori, come anticipato, crescono bene con tutte le tecniche idroponiche, tuttavia alcune potrebbero essere meno efficaci o più faticose a parità di risultati.
Ad esempio, nella fase di fruttificazione, queste piante potrebbero richiedere quantità elevate di potassio e micronutrienti. Se si sta utilizzando un sistema RDWC (Recirculating Deep Water Culture), i livelli di pH potrebbero essere alterati velocemente.
Anche con i sistemi passivi, i livelli di pH nell’acqua necessitano di un monitoraggio frequente, ma – con le tecniche di ricircolo – è necessario controllare costantemente eventuali carenze.
Constatato questo, è bene sapere che è preferibile adottare una qualsiasi tecnica idroponica tra quelle elencate qui di seguito:
- NFT - Nutrient Film Technique
- Irrigazione a Goccia
- Flusso e Riflusso
Guida pratica passo passo alla coltivazione idroponica dei pomodori con il sistema Ebb & Flow
Per fare un esempio pratico, prendiamo in considerazione il sistema idroponico Ebb & Flow – o Flusso e Riflusso - e vediamo sia gli strumenti necessari per poter avviare la coltivazione, sia i passi fondamentali per portare a termine il lavoro.
Accessori e attrezzature necessarie
- Una vasca ampia, meglio se dotata di coperchio (per impedire la crescita di alghe);
- Un vassoio più piccolo, dove sistemare le piantine (e tenerle sollevate dal serbatoio);
- Vasetti contenitori per le singole piantine (o vasi “a rete”);
- Una pompa a immersione;
- Un timer;
- Tubi in PVC di due dimensioni differenti: uno da un centimetro e mezzo e uno un po’ più largo;
- Terreno di coltura: lana di roccia, palline di argilla espansa o miscela di cocco e perlite.
I passi e le fasi da affrontare
Per prima cosa, occorre riempire il vassoio di acqua, considerando che ogni pianta avrà bisogno di circa 9-10 litri di acqua.
Praticate dei buchi sul coperchio per consentire il passaggio dei tubi, poi sistemate il vassoio più piccolo sul vassoio più grande pieno di acqua (che dovrà essere piuttosto alto);
Installate la pompa a immersione (o a fontana) all’interno del vassoio grande pieno di acqua: per irrigare correttamente dovrà avere una potenza sufficiente da pompare acqua dal fondo del serbatoio verso il vassoio di coltivazione (dove si trovano le piantine) e inondarlo. L’ideale è acquistare una pompa regolabile per poter effettuare dei test, con relative migliorie, e ottenere così i risultati migliori.
Collegate il vassoio, la pompa e il vassoio-serbatoio usando i due tubi di grandezze differenti; per questo sarà necessario fare due fori nella parte inferiore del vassoio. Per evitare che le palline di argilla o di perlite possano uscire dai vasi e ostruire il sistema di irrigazione, è opportuno installare dei filtri, sia nel tubo che porta acqua verso il serbatoio, sia in quello dedicato al riflusso.
Per essere sicuri che tutto funzioni è bene fare una prova e mettere in moto la pompa: il tubo di deflusso dovrebbe impedire al sistema di far debordare l’acqua e inondare l’ambiente.
Una volta che la pompa si è fermata, il tubo di afflusso posizionato sul fondo del vassoio farà scolare tutta l’acqua verso il contenitore più grande (serbatoio).
Occorre ricordare che è importante sistemare le piantine e il loro terreno di coltura all’interno di singoli vasi, uniformemente distanziati tra loro e sistemati all’interno del vassoio di crescita.
A questo punto occorre aggiungere la quantità raccomandata di nutrienti nell’acqua: è importante utilizzare solo ed esclusivamente nutrienti idroponici.
Connettete la pompa al timer, in modo che l’attività del sistema di irrigazione sia automatizzato: all’inizio provate a farlo funzionare per 30 minuti ogni dure ore; è importante non lasciare le piante asciutte per più di due ore e mezza.
Una volta impostato il sistema di irrigazione, come anticipato sopra, occorre pensare alle luci: è opportuno installare delle lampade potenti ad una distanza adeguata e accertarsi che le piante ottengano circa 18 ore di luce, specialmente quando inizia la fase di fruttificazione.
Non appena i pomodori aumentano di dimensioni e iniziano a maturare, il loro fabbisogno di acqua e nutrimenti aumenterà.
Occorre ricordarsi di controllare ogni giorno i livelli di pH ed EC dell’acqua e di cambiare il mix di acqua e nutrienti una volta a settimana.
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Nutrizione e Fertilizzanti nella coltivazione del pomodoro
Per avere uno sviluppo e una crescita ottimale delle piante di pomodoro è fondamentale apportare al terreno tutti i nutrienti necessari. Tra questi è importantissimo l’azoto e il fosforo – che garantisce un maggiore sviluppo dell’apparato radicale e una resa più florida. È fondamentale, però, che il fosforo somministrato sia solubile in acqua e disponibile immediatamente per la coltura.
Tra gli elementi essenziali ricordiamo anche il potassio, che deve essere somministrato in quantità relativamente elevate, il calcio, uno degli elementi più importanti per la crescita e la maturazione del pomodoro, ma anche lo zolfo, che contribuisce a garantire una resa soddisfacente.
La potatura: scacchiatura e cimatura
Un’altra operazione fondamentale per assicurare alla coltivazione di pomodori una cura adeguata è la potatura, che deve essere effettuata in modo regolare, usando anche solo le mani per togliere i rametti inutili.
Nello specifico, la scacchiatura o sfemminellatura - denominata anche “potatura dei germogli ascellari” – consiste nell’eliminazione di quei cacchi (noti anche con il nome di femminelle) che la pianta produce nel punto d’intersezione tra il fusto principale e il ramo secondario.
Questi germogli devono essere rimossi alla base, prima che raggiungano i 3 cm di lunghezza, praticando una piccola incisione, con un’unghia o con un piccolo coltello. Nel caso in cui questa operazione non venga fatta, questi rametti – nel crescere - tenderanno a indebolire la pianta e a ridurre la produzione potenziale dei frutti. La scacchiatura, infatti, serve per dare vigore alla pianta e a garantire dei pomodori non solo più abbondanti, ma anche più sani.
Le parti recise della pianta possono essere lasciate sul terreno, ai piedi della coltivazione stessa, in modo da apportare ulteriori sostanze utili. C’è anche la possibilità di trapiantare le femminelle rimosse dalla pianta principale per ottenere un’altra pianta di pomodoro identica, da mettere a coltivazione.
Esiste poi un’altra tecnica, chiamata cimatura, che – come suggerisce il termine stesso – è utilizzata per limitare la crescita in altezza della pianta e indurre una produzione maggiore di rami laterali. In sostanza, si recide la parte superiore del fusto centrale della pianta, in corrispondenza dell’attaccatura delle ultime foglie, per limitarne la crescita. Anche nei casi in cui si decide di tenere sotto controllo l’altezza della pianta, è sempre opportuno prevedere dei sostegni – da sistemare accanto al vassoio di coltivazione - per far crescere bene le piante in verticale.
Malattie e Parassiti delle piante di pomodoro
La pianta di pomodoro è soggetta a malattie derivanti da batteri, funghi, parassiti e nematodi, virus e fitoplasmi, ma anche alla carenza di sostanze nutritive. Una di quelle più comuni è sicuramente la ruggine, che si manifesta con delle macchie nere sulle foglie, gli steli e sui frutti stessi. In tal caso, occorre preservare la coltivazione con dei trattamenti preventivi per controllare il fenomeno ed evitare che possa passare alle altre piante. Il rimedio in questi casi è applicare - a fine maggio - un fungicida specifico, per due volte, a distanza di circa 15 giorni l’una dall’altra, ed eliminare dalla coltivazione le piante di pomodoro più danneggiate.
Esistono poi diversi insetti che possono danneggiare le piante di pomodoro, quello più diffuso è la Nezara Viridula, anche nota con il nome di Cimice del Pomodoro, che si manifesta - attraverso segni di necrosi e disseccamenti - sia sulle foglie che sui frutti.
Esistono, inoltre, numerosi tipi di afidi e acari che possono attaccare una coltivazione di pomodoro; i segni di un loro attacco sono visibili soprattutto sulle foglie, che appaiono appiccicose, lucide e accartocciate.
Per combattere questi parassiti è possibile utilizzare diversi prodotti,
incluso l’estratto di Piretro.
Un altro nemico della coltivazione di pomodoro è la muffa grigia (Botrytis cinerea), che si manifesta con delle macchie di color marrone su tutti e due i lati delle foglie. Come tutte le muffe, anche questa sopraggiunge e si diffonde quando l’ambiente è molto caldo e umido. Se non si interviene prontamente e nel mondo corretto, la pianta di pomodoro si seccherà e morirà inevitabilmente.
Un’altra malattia molto temuta da coloro che coltivano i pomodori è la Perenospora, anche chiamata Phytophtora infestans, che – come le muffe – si manifesta soprattutto in ambienti caldi e umidi. Questo parassita provoca macchie bianche sulle foglie e macchie scure sui frutti di pomodoro. Per combattere in modo efficace questa malattia occorre necessariamente eliminare le piante affette dal parassita e garantire alla coltivazione una corretta aerazione.
Tra tutte le problematiche maggiormente diffuse nelle coltivazioni di pomodoro, quella rappresentata dai funghi è sicuramente una delle più critiche: esistono oltre 40 specie di funghi e circa la metà può essere trasmessa attraverso il seme. I danni visibili derivanti dai funghi variano a seconda della varietà specifica e possono avere conseguenze diverse: possono provocare la morte della piantina in giovane età, una minore vitalità, una produzione limitata o la scarsa qualità dei frutti ottenuti.
Il Mal Bianco – termine familiare e comune con cui viene chiamato l’Oidio o Leveillula Taurica – si manifesta con delle macchie grigio-bianche sia sulle foglie che sugli steli: la pianta tende a decolorarsi gradualmente per poi seccarsi. Si sviluppa, come tutti i funghi e le muffe, in presenza di umidità e per combatterlo in modo efficace è opportuno preparare un infuso a base di aglio. In alternativa - per maggiore facilità e rapidità di impiego – è possibile utilizzare un prodotto specifico contro questo tipo di malattia. Uno di questi è sicuramente un antiparassitario a base di zolfo micronizzato, che deve ess passato al sopraggiungere dei primissimi sintomi, prima che la situazione peggiori.
Ecco uno dei prodotti più efficaci contro il Mal Bianco.
Esiste poi la Septoriosi, un fungo che attacca molto di frequente le coltivazioni di pomodoro, tuttavia solo raramente provoca danni evidenti e importanti.
Si manifesta con delle macchie tonde e grigiastre sulle foglie provocandone il disseccamento. L’unico modo efficace per rimuovere il problema è bruciare le piante affette da questo fungo e irrigare solo con l’acqua di rubinetto.
Tra le varie malattie e gli insetti che possono attaccare la pianta di pomodoro va menzionato sicuramente anche il Verticillium, un fungo che si manifesta con ingiallimento e avvizzimento delle foglie, degli steli e dei frutti, soprattutto nei periodi più caldi dell’anno. In alcuni casi più gravi c’è la possibilità che la pianta muoia.
Per contrastare in modo efficace questo fungo, è opportuno agire prontamente, all’inizio della stagione primaverile, con un trattamento a base di ossicloruro di rame, da ripetere una seconda volta dopo 15-20 giorni. È fondamentale accertarsi che la soluzione irrori tutta la pianta, in modo da bloccare la proliferazione.
Uso di concime non appropriato
Un’altra problematica molto diffusa nelle coltivazioni di pomodoro è sicuramente il marciume, dettato generalmente da una somministrazione impropria del concime. In particolare, il marciume si manifesta quando si nutre la pianta con una soluzione altamente azotata, che comporta una riduzione dell’assorbimento del calcio e porta la pianta a marcire. In questi casi, le foglie si scuriranno e si arricceranno verso l’alto.
Per contrastare in modo efficace questo problema, è opportuno utilizzare un concime neutro.
La raccolta
Generalmente, per la raccolta occorrono circa 50 giorni, ma molto dipende anche dalla varietà di pomodori che si sta coltivando; alcuni tipi ad esempio hanno bisogno di circa 100 giorni, pertanto occorre capire di volta in volta quale varietà richiede più giorni.
Come coltivare i pomodori in serra
Coltivare i pomodori in serra può essere un’esperienza divertente e in grado di regalare grandi soddisfazioni, a patto che ci sia la giusta quantità di luce, calore, acqua e il giusto apporto di nutrimenti.
Attrezzature necessarie:
- Piante da pomodoro
- Annaffiatoio
- Canne
- Stringhe
La prima cosa da fare è prevedere dei supporti (ad esempio dei bastoni di bambù resistente) da fissare nel terreno e legare ai gambi delle piante con dello spago, facendo attenzione a non danneggiare le radici.
Scopri anche le tecniche per poter avviare una coltivazione idroponica!
Un altro importante aspetto cui prestare attenzione è la pulizia della pianta; occorre rimuovere periodicamente le foglie più grandi, che rischiano di fare ombra ai frutti, e togliere i nuovi germogli che rischiano di indebolire la pianta: afferrare il germoglio localizzato tra il fusto principale e il ramo fruttifero e piegarlo bruscamente verso il basso per romperlo di netto.
Poiché la temperatura tenderà ad alzarsi, è opportuno accertarsi che le piante ricevano la giusta quantità di acqua: tutti i giorni o a giorni alternati, a seconda della temperatura effettiva.
Nebulizzare i fiori aiuterà ad avere frutti migliori e per avere risultati soddisfacenti, sarà necessario somministrare un fertilizzante ad alto contenuto di potassio, per incoraggiare la produzione di un numero maggiore di fiori.
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