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L’alchechengi è una pianta edibile poco conosciuta, ma interessante perché coltivabile senza particolari difficoltà anche in Italia. A livello botanico si chiama Physalis Alchechengi e fa parte della famiglia delle solanacee. La tecnica di coltivazione e la forma della pianta ricordano proprio il pomodoro, il peperone e la melanzana, che - non a caso - appartengono alla stessa famiglia. Il frutto dell’alchechengi ha la forma di una sfera giallo-arancione rivestita da una particolare membrana, che lo fa somigliare a una piccola lanterna cinese (non a caso in inglese il nome del frutto è "chinese lantern").
Anche se è associabile a molti ortaggi, come pianta, la bacca dell’alchechengi non viene impiegata come verdura, ma come frutta, per via del suo sapore dolce e acidulo allo stesso tempo. Viene spesso usato in pasticceria, abbinato a una copertura di cioccolato fondente. L’alchechengi si usa anche come pianta ornamentale: esistono alcune varietà dall’aspetto molto gradevole, ideale per decorare, altre più adatte alla raccolta dei frutti.
Quando seminare l’alchechengi
La semina dell’alchechengi è analoga a quella del pomodoro: l’ideale è predisporla in un semenzaio a partire da fine inverno. La raccomandazione è di procedere alla coltivazione indoor per i primi due mesi di vita della pianta e trapiantare in campo aperto solo quando le temperature sono stabilmente sopra ai 15 gradi, anche di notte. Essendo un arbusto di origine tropicale, teme particolarmente il freddo, fattore che può rendere la pianta nana in modo permanente.
Il trapianto
L’alchechengi può esser trapiantato a partire dal mese di aprile. Il periodo esatto di trapianto varia in funzione del clima e della temperatura: se abitate al sud Italia potete trasferire le piantine in campo aperto già da marzo; se invece abitate in luoghi freddi dovrete aspettare ancora un mese abbondante. Il terreno adatto a questa pianta dovrebbe avere un ph neutro ed essere drenante; a questo proposito vale la pena effettuare una vangatura profonda circa 10-15 giorni prima di trapiantare.
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Per quanto riguarda la concimazione, si tratta di una specie dalle esigenze modeste: è consigliabile comunque zappettare nel terreno un concime equilibrato, che apporti anche sostanza organica. Ad esempio, potete mettere 2-3 kg di compost maturo ogni metro quadro. Il nutrimento che la coltura richiede maggiormente in fase di fruttificazione è il potassio, potete quindi prevedere una concimazione specifica più avanti.
Per quanto riguarda gli spazi e le distanze, accertatevi che ci siano circa 50 cm tra una pianta e l’altra, in modo da lasciare il giusto spazio per far sviluppare l’arbusto.

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Irrigazione
Essendo una pianta tropicale, l'alchechengi si aspetta una costante umidità del terreno; per questo è fondamentale irrigare correttamente e costantemente. Se da un lato bisogna bagnare spesso, per non far mai mancare acqua alle radici, è anche vero che eccessi idrici possono mettere in difficoltà la pianta, favorendo lo sviluppo di malattie nocive.
Il marciume radicale è la peggiore avversità che possa colpire questa pianta! L’alchechengi, infatti, non soffre particolari nemici a livello di insetti e patogeni, ma è opportuno controllare sempre le quantità di acqua: solo monitorando l'apporto idrico e il suo giusto drenaggio eviterete di imbattervi in problemi di questo tipo.
Il momento di maggior fabbisogno idrico è la giovane età delle piantine, in particolare dopo il trapianto. Radicandosi, si stabilizza e si accontenta di minor acqua. Il consiglio per una coltivazione di successo è di predisporre un impianto di irrigazione a goccia, mentre la pacciamatura può risultare molto utile per aiutare a non far seccare il suolo.
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Sarchiatura e sostegni
Anche se l'arbusto di alchechengi – una volta sviluppato - copre bene il terreno circostante, è bene sarchiare sporadicamente dalle erbe infestanti, che sottraggono risorse e spazio alla pianta coltivata. Anche in questo, pacciamare si rivela un risparmio di tempo e di lavoro. In alcuni casi vale la pena predisporre un bastone di sostegno che faccia da tutore alla pianta, anche se molte varietà sono in grado di stare erette senza supporto; in questo caso basta rincalzare con un poco di terreno ai piedi del fusto.

Alchechengi: il raccolto
Durante l'estate maturano le bacche, colorandosi di un colore arancio acceso. Per sapere quando sono pronte, dovete osservare la membrana esterna seccarsi: potete togliervi ogni dubbio sbirciando dentro e controllare se il frutto sia già colorato.
Coltivare l'alchechengi in vaso
Con un vaso di medie dimensioni potete coltivare gli alchechengi anche sul balcone, oppure ovunque vi piaccia farlo. Nel preparare il contenitore dovete predisporre uno spesso strato drenante sul fondo in argilla espansa. Durante la coltivazione è importante essere costanti, ma mai esagerati nelle irrigazioni; a tal proposito risulta utile una fertirrigazione contenente potassio, in prossimità della fioritura.
Matteo Cereda
Orto Da Coltivare