Coltivare i frutti di bosco: lamponi, mirtilli e more

Coltivare i Frutti di Bosco: Lamponi, Mirtilli e More


Con l’estate, il caldo e le passeggiate in montagna, tra il verde dei paesaggi e l’acqua dei ruscelli…viene voglia di fare una scorpacciata di frutti di bosco: rinfrescanti, golosi e anche salutari! Ricchi di vitamina C, fibre e sali minerali, i frutti rossi sono considerati anche dei super alimenti, consigliati a chi soffre di diabete, per il loro basso contenuto di zuccheri, e a chi ha disturbi cardiovascolari, perché aiutano a rinforzare e proteggere il cuore. Ideali per la preparazione di dolci, creme e gelati o per la realizzazione di insalate e risotti, i frutti rossi sono buoni anche da soli o per impreziosire lo yogurt della colazione.

Belli da vedere, con i loro fitti cespugli coloratissimi, le piante dei frutti di bosco sono anche molto decorative, ideali per impreziosire l’orto, il giardino e anche il terrazzo. Le cure richieste sono molto semplici e poco impegnative, per cui è possibile coltivare i frutti di bosco coinvolgendo anche i più piccoli, generalmente golosi di queste bacche e particolarmente entusiasti al momento di dare aiuto ai genitori nella raccolta.
E allora, perché non coltivarli da soli con i metodi fai da te? In questa guida affronteremo le varie opportunità e le differenti opzioni per poter avviare una piccola o grande coltivazione di frutti di bosco a seconda dello spazio a disposizione: in giardino, nell’orto o sul balcone, sia con le tecniche tradizionali che con quelle idroponiche.

La coltivazione dei frutti rossi può regalare davvero tante soddisfazioni, perché – pur non essendo piante particolarmente esigenti – danno risultati decisamente sorprendenti e abbondanti, a patto che vengano adottate le tecniche e alcune accortezze necessarie. Innanzi tutto, occorre sapere che le piante dei frutti di bosco si trovano particolarmente bene nelle aree in semi-ombra, per questo crescono benissimo nelle zone del sottobosco; di conseguenza possono essere piantate anche nelle aree inutilizzate del giardino, dove i fiori non crescerebbero bene, né in salute. I frutti di bosco si adattano in ambienti anche molto differenti tra loro, sia in riferimento alle temperature che per quanto riguarda l’altitudine, tuttavia è opportuno evitare le aree troppo esposte al vento e prevedere delle protezioni nel caso la stagione invernale sia particolarmente rigida.



Il terreno ideale per coltivare i frutti di bosco

Come ogni altra pianta, anche quelle dei lamponi, dei mirtilli e delle more hanno bisogno di alcune condizioni adatte e specifiche per poter crescere bene e riuscire a dare buoni frutti. Occorre sapere, infatti, che il terreno ideale per questo tipo di coltivazione è drenante e di tipo acido, con un ph che oscilla tra il 4,5 e i il 5,5 (per misurare il ph hai bisogno di un phmetro che puoi trovare qui). Per raggiungere il valore ideale del pH del terreno, è possibile acidificarlo o con un apposito prodotto, oppure mescolando la terra a piccole cortecce, trucioli e foglie.

In linea generale, occorre evitare le aree troppo aride e calde, perché queste piante crescono bene e in salute nei terreni freschi e ben irrigati (scopri qui la gamma di tubi per irrigazione disponibili online). Il luogo ideale per poter coltivare i frutti di bosco è un frutteto, ma anche un giardino in semi-ombra, un cortile areato o un terrazzo non esposto alla luce solare. Una volta individuato il luogo adatto – che sia nel terreno o in un vascone sul terrazzo – ricordate che le piccole piante vanno posizionate ai margini dell’area che avete scelto, perché tenderanno a crescere molto e ad occupare gran parte dello spazio circostante; proprio per questa ragione sono ideali come siepi di confine, recinti naturali e per creare delle demarcazioni gradevoli da vedere all’interno del giardino. Ricordate, inoltre, che le piante dei frutti di bosco non sono particolarmente soggette ad attacchi di parassiti, pertanto si adattano bene ad essere coltivati con prodotti biologici, privi di agenti chimici.

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Nel momento in cui sistemate le piantine di frutti di bosco nel terreno, preparate correttamente il loro habitat ideale, aggiungendo della torba se risulta troppo pesante, oppure del letame se, al contrario, è troppo leggero.
Sebbene resistano bene alle gelate, occorre riparare queste piante dai venti freddi, pertanto – nei mesi più rigidi dell’anno – sarà opportuno coprire il terreno - o il substrato di coltivazione - con delle coperture adatte (raccomandiamo una pacciamatura o teli di protezione in mylar ideati per proteggere le piante). Sarà, inoltre, opportuno predisporre un impianto di irrigazione (solo se si tratta di una coltivazione estesa) e prevedere una struttura di sostegno, che servirà per allestire una copertura in grado di proteggere le piante nei periodi più rigidi.
Vediamo ora, nello specifico, come coltivare le differenti varietà di frutti di bosco e come preparare l’ambiente ideale in funzione della specie che desiderate coltivare.

Come coltivare i lamponi in giardino

La pianta del lampone si presenta come un grande cespuglio, che tende a svilupparsi orizzontalmente (per questo abbiamo detto di prevedere uno spazio bello grande per la crescita e anche dei sostegni per quando diventerà molto ingombrante) con un apparato radicale perenne, ciò significa che una pianta è in grado di vivere potenzialmente anche per oltre 10 anni. Considerato il loro ingombro, è bene prevedere una distanza di circa due metri e mezzo tra un filare di lamponi e l’altro e circa mezzo metro tra una pianta e la successiva.

Come tutti i frutti di bosco, anche il lampone è rustico e piuttosto resistente e, per questo, si adatta bene ai vari tipi di terreno, tuttavia – per avere i risultati sperati – è sempre opportuno che il terreno nel quale viene coltivato sia ricco di sostanze organiche, con una buona capacità di drenaggio e senza calcare.
Prima di sistemare le piantine di lamponi nel terreno, occorre evitare aree che abbiano già ospitato altre colture, come rose, fragole o altri rovi, per non rischiare di sfruttare un terreno già ampiamente utilizzato.
Il momento ideale per trapiantare le piante di lamponi è quello che va da novembre a marzo; se invece la coltivazione avviene in vasi e vasconi, questa procedura può essere effettuata anche in primavera o all’inizio dell’estate.
Per sistemare correttamente le piantine di lampone, occorre creare delle buche non troppo profonde, anche perché il panetto radicale è piuttosto ridotto nelle dimensioni.

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Prima di piantare, è opportuno concimare con del fertilizzante organico, come la cornunghia e minerali naturali, ad esempio farine di rocce.
Per quanto riguarda le quantità di acqua necessaria, se le precipitazioni non sono frequenti, oppure non sono sufficientemente distribuite durante l’anno, è opportuno prevedere un impianto di irrigazione a goccia tra una fila e l’altra di piante, da attivare soprattutto in estate per poter ottenere dei frutti più grandi e succosi. Nelle stagioni meno calde, ad esempio la primavera, è opportuno evitare l’irrigazione, a meno che non sia un’annata particolarmente arida. Questo per evitare che una quantità eccessiva di acqua possa far marcire le radici.


Come coltivare i lamponi in vaso

Se non avete un giardino o un orto e non disponete dello spazio sufficiente per coltivare le vostre piante di lamponi a terra, è possibile optare per una soluzione più semplice e anche più facilmente gestibile: la coltivazione dei lamponi in vaso.
Per poter coltivare correttamente una pianta di questo tipo, è necessario un vaso – o un contenitore - di almeno 40 centimetri di diametro, in alternativa un vascone stretto e lungo, in modo da poter mettere più piante, a patto che si trovino ad una distanza di almeno 35-40 centimetri l’una dall’altra.
Se decidete di partire dal seme, è opportuno piantarlo nel periodo di novembre/dicembre (prima che arrivi il freddo invernale). L’irrigazione deve essere costante, ma limitata nelle quantità e preferibilmente con sistema a goccia, in modo da poter dosare correttamente l’acqua erogata: è infatti fondamentale mantenere il terreno umido ed evitare ristagni per scongiurare il sopraggiungere di muffe pericolose.

Se, invece, desiderate accorciare i tempi, potete comprare una pianta già cresciuta direttamente dal vostro vivaio di fiducia. Sistematela nel contenitore con del terriccio universale acido, posizionate il vaso in una zona non troppo ventosa e – quando sopraggiunge l’inverno – copritela con dei teli di nylon trasparente per proteggerla dalle gelate.

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La potatura della pianta di lampone

I lamponi crescono e si sviluppano in modo spontaneo, ma - se le piante vengono coltivate e opportunamente curate e potate - tendono non solo ad essere più ordinate, ma anche a migliorare la produzione di frutti e la loro qualità.
Per mantenere la pianta in salute, occorrerà potarla accuratamente in autunno; ciò significa che dovranno essere asportati tutti i rami che hanno già dato i loro frutti nel corso delle settimane precedenti, mentre bisognerà lasciare sui rami i nuovi polloni, che andranno potati solo alla fine della stagione invernale.
Nelle varietà di lamponi rifiorenti, per poter ottenere una fruttificazione autunnale più generosa, è consigliabile rinunciare a quella primaverile e praticare un taglio totale, arrivando quasi alla base della pianta. Per poter sfruttare, invece, tutte le fruttificazioni occorrerà cimare e diradare i polloni che hanno fruttificato.

Malattie del lampone

Le piante di lampone – e in più in generale tutte le piante dei frutti rossi – non sono particolarmente soggette a malattie e parassiti, tuttavia è opportuno prestare la dovuta attenzione e monitorare periodicamente i cespugli, per evitare che possano essere attaccati da malattie, che potrebbero compromettere la qualità (e la quantità) del raccolto. Qualora vi accorgeste della presenza di animaletti estranei, è opportuno intervenire immediatamente, anche – eventualmente – con prodotti e strumenti previsti dall’agricoltura biologica.
Tra le malattie che possono danneggiare la pianta di lampone troviamo la muffa grigia (Botrytis cinerea), il marciume radicale, la didimella, lo oidio (anche conosciuto con il nome mal bianco, tipico anche di molte altre piante come i pomodori), il moscerino dei frutti e l’antonomo.


coltivare i lamponi in giardinoLa muffa grigia – anche nota con il nome di botrite - è un fungo che colpisce tante piante differenti, incluso il lampone. La botrite attacca i frutti e il fusto, generando delle macchie scure e sopraggiunge quando le piante vengono irrigate in maniera eccessiva, quando c’è troppa umidità (per misurare i livelli di umidità è necessario utilizzare un igrometro, strumento indispensabile quando si coltiva in un ambiente indoor) e quando i frusti sono poco distanziati gli uni dagli altri. Per evitare che le vostre piante di lamponi siano attaccate dalla muffa grigia è opportuno evitare di innaffiare sulle foglie, limitandosi solo alla base.
Il marciume radicale del lampone è causato da funghi che nascono a seguito di ristagni idrici nel terreno e si manifesta con macchie scure sul fusto. Provoca l’avvizzimento progressivo delle piante per poi passare a quelle che si trovano accanto. Qualora i vostri lamponi siano attaccati dal marciume, è opportuno sradicare la pianta, pulire per bene le pareti della buca e disinfettare con calce e zolfo per essere sicuri di rimuovere le spore, che altrimenti possono sopravvivere anche per anni.
Anche la didimella – tra i nemici della pianta del lampone – è un fungo e si manifesta con delle macchie scure, tendenti al viola, sulle gemme dei polloni. Le gemme colpite non sbocceranno e quelle che sbocceranno avranno dei problemi. Per sconfiggere questo fungo è possibile usare prodotti specifici a base di rame, seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Proprio come le rose, i pomodori e tante altre piante comunemente coltivate nei giardini domestici e nei piccoli orti, anche le piante di lamponi possono essere soggette all’oidio, anche conosciuto con il nome di mal bianco, proprio perché si manifesta con delle chiazze bianche visibili su foglie e germogli. Per contrastarlo, una volta sopraggiunto sulle piante, è opportuno trattare le piante con prodotti a base di zolfo.

Ma non ci sono solo funghi e parassiti, perché ad attaccare le piante di lamponi sono anche alcuni tipi di insetti, come il moscerino tipico dei piccoli frutti, che si ciba della polpa ammaccandola. Per contrastarlo, è possibile usare delle trappole e delle retine ad hoc. Un altro insetto relativamente comune è l’antonomo, un coleottero che depone le uova nei boccioli della pianta, rovinando i frutti ancora prima che possano svilupparsi. Per contrastarlo occorre trattare la coltivazione con azadiractina o piretro.


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Raccolta dei lamponi: quanti lamponi produce una pianta?

Sapere quanti chilogrammi vengono prodotti ogni anno da una pianta di lamponi è sicuramente una curiosità che riguarda tutti i piccoli e grandi coltivatori di lamponi alle prime armi.
In linea generale, è possibile affermare che una pianta di lamponi – se ben curata – riesce a produrre da un chilo a un chilo e mezzo di frutti in totale, da raccogliere in più fasi.
Occorre prestare una grande attenzione durante la fase di raccolta, perché – essendo dei frutti molto morbidi e delicati – è necessario maneggiarli con delicatezza.

Come coltivare i mirtilli in giardino

Avete presente quei grandi mirtilli succosi che si vedono nei telefilm americani? Ecco, da oggi potete iniziare a coltivarli da soli nel vostro giardino!
Anche questo è un cespuglio piuttosto voluminoso, che però – a differenza del lampone – tende a crescere in altezza e non in larghezza: un aspetto ulteriore da considerare, che offre un grande vantaggio, soprattutto se non avete un grande spazio a disposizione.
Per piantare il mirtillo, occorre praticare delle buche profonde circa 40 centimetri, il terreno – anche in questo caso, proprio come il lampone – deve essere acido, ben drenato e ricco di sostanze organiche.
Anche il mirtillo – in linea generale - resiste bene al freddo, ad eccezione della fase di fruttificazione in cui necessita di calore.
Per coltivare i mirtilli occorre seguire le stesse regole indicate sopra per i lamponi: è preferibile sistemare le piante verso la fine del periodo invernale/all’inizio della primavera, prevedendo una concimazione che acidifichi il terreno, piantare i fusti a circa due metri e mezzo tra i filari e a circa due metri tra una pianta e quella successiva.
Nel corso dei primi anni, dovrete prevedere delle piccole cimature, mentre la prima vera potatura dovrà avvenire solo al quarto anno, togliendo i rami più datati che non riusciranno più a generare nuovi frutti e anche i rami meno forti situati nella parte più interna del cespuglio. Quando saranno trascorsi più anni, potrete, invece, intervenire praticando in taglio più netto, alla base della pianta per consentirle di rigenerarsi.
La pianta di mirtilli riesce a produrre una quantità di frutti maggiore rispetto a quella del lampone: il raccolto può arrivare anche fino a 5 chilogrammi di frutti all’anno, ma per avere i primi frutti occorre attendere che la pianta abbia almeno quattro anni di età.


Consulta anche la guida dedicata alla coltivazione dello zafferano!

 

Come coltivare i mirtilli in vaso

Anche la pianta di mirtillo può essere coltivata facilmente in vaso, perché – come quella del lampone – ha radici poco lunghe, che non crescono molto in profondità e, quindi, non hanno necessariamente bisogno di un terreno tradizionale per svilupparsi bene e in salute. Per coltivare il mirtillo in vaso, comprate una o più piante che abbiano almeno due anni di età, in modo da accorciare i tempi per vedere la produzione dei primi frutti, quindi sistematele in un contenitore che abbia un diametro di almeno 40 centimetri. Per garantire alla pianta di mirtillo una vita lunga e in salute, accertatevi che i vasi da voi preparati siano esposti al pieno sole (differenza importante rispetto al lampone), sia nel periodo estivo che in quello invernale, durante il quale dovrete prevedere una protezione con teli ad hoc contro le gelate.

Trovati i contenitori giusti e individuata l’area della casa o del terrazzo in cui sistemare i vasi, preparate un terriccio fertile già pronto all’uso (consulta questi terricci e scegli quelli destinati alla coltivazione di piante acidofile), altrimenti potete prepararne uno ad hoc per le esigenze specifiche del mirtillo – che richiede, in questo ambito, qualche attenzione in più rispetto al lampone. Prevedete un 40% di torba di muschio non trattata, 40% di fibra di cocco sminuzzata, 20% perlite e un cucchiaio di zolfo per ogni pianta prevista.
Al terzo anno di età della pianta, prevedere un rinvaso trasferendo la pianta in un vaso più grande, di circa 60-70 cm.

Il terriccio dovrà essere sempre bello umido, ma attenti ai ristagni di acqua (che sono pericolosi) e non usate mai direttamente l’acqua del rubinetto di casa: è preferibile raccoglierla prima in una tanica, farla decantare per 24 ore, misurarne il ph e correggerlo se necessario. È bene ricordare, infatti, che un’acqua eccessivamente calcarea aumenta il ph del terreno, ma contemporaneamente un quantitativo tollerabile di calcare aiuta a mantenere i valori stabili. Se si dovesse alterare troppo il ph del terreno, la pianta non riuscirà ad assorbire le sostanze nutritive di cui ha bisogno per crescere, pertanto sia il terriccio che l’acqua di irrigazione non dovrebbe mai superare il valore di 5. Qualora non dovesse risultare idoneo, è opportuno prevedere l’uso dei correttori di ph.

Le piante di mirtillo vanno concimate - con fertilizzanti studiati per le piante acidofile – che andranno somministrati con una certa frequenza: ogni 5-6 settimane dopo il primo rinvaso.
Come il lampone, anche la pianta del mirtillo è attaccabile dai moscerini della frutta, che tendono a depositare le loro uova all’interno dei frutti. Per evitare che la vostra coltivazione venga aggredita da questi insetti è possibile avvolgerla con delle reti protettive a maglie fini (meno di un millimetro) per impedire che gli animaletti possano passare e attaccare i frutti. Tra le varietà di mirtillo più adatte ad essere coltivate in vaso troviamo la top Hat, la Sunshine Blue, la Chippewa, che crescono a piccoli cespugli senza svilupparsi troppo né in altezza, né in larghezza.


Coltivare le more in giardino e in vaso

Anche la coltivazione delle more – proprio come visto per i lamponi e i mirtilli richiede un terreno acido, privo di calcare e caratterizzato da un perfetto drenaggio dell’acqua. Che sia coltivata nel terreno del vostro giardino o in un vaso, la pianta di more deve essere esposta in un luogo soleggiato e riparato dai venti, soprattutto in inverno.
Come visto anche per la coltivazione degli altri frutti di bosco, le piante di more non sono particolarmente esigenti; è sufficiente tenerle pulite da eventuali erbacce, garantire loro un terreno fertile, ricco di humus, leggero e caratterizzato dal ph corretto, che dovrà oscillare tra i 6,2 e 6,5.

In fase di trapianto, occorrerà aggiungere al terreno che le ospiterà del concime minerale, in modo da agevolare l’attecchimento delle radici. Come visto sopra, se coltivate i frutti di bosco nel vostro giardino, abbiate l’accortezza di lasciare almeno un metro e mezzo di distanza tra una pianta e l’altra e due/tre metri circa tra una fila e l’altra.
Se, al contrario, non disponete di uno spazio ampio, potete prevedere la coltivazione in vaso, l’importante è che il contenitore abbia almeno una capienza di 30 litri e contenga terriccio fertile, del ph consigliato.   
L’irrigazione dovrà essere regolare – con cadenza settimanale - durante la quale dovrete fare attenzione a non bagnare frutti e fiori per evitare l’insorgenza di pericolose muffe.
Le piante di more maturano poco prima dell'estate per un periodo piuttosto lungo, anche circa 50 giorni. Ricordate che – per ottenere un raccolto abbondante – occorre effettuare delle piccole potature periodiche anche una volta concluso il periodo della raccolta. Con l’arrivo della stagione autunnale, potate la pianta alla base dei rami che hanno generato frutti durante l’estate.

Come coltivare i frutti di bosco con l'idroponica

Mirtilli, lamponi e more possono essere coltivati indoor con sistemi idroponici, proprio come avviene – più frequentemente - con le fragole.
La coltivazione di frutti di bosco con l’idroponica è una tendenza relativamente nuova, che si sta diffondendo solo da pochi anni, ma offre un gran numero di grandi opportunità, sia per coloro che desiderano coltivare in casa i frutti rossi, per averli immediatamente disponibili per l’uso domestico, sia per coloro che desiderano crearne un business vero e proprio.
Per chi dispone di uno spazio limitato, è consigliabile coltivare i mirtilli nani, che - nel crescere - tenderanno ad occupare comunque poco spazio, o i lamponi, che tenderanno a svilupparsi soprattutto in altezza.
Come le piante di fragole, questi due frutti di bosco sono quelli più adatti per essere coltivati con sistemi idroponici in cui vengano impiegati dei sistemi a goccia, in grado di garantire un’irrigazione regolare e controllata, mai abbondante per evitare ristagni pericolosi e la possibile insorgenza di muffe.

Per poter garantire un’ottima riuscita del raccolto e alti livelli di zucchero nei frutti, i requisiti di luce sono simili a quelli dei pomodori (ai quali abbiamo dedicato una guida ad hoc).
La coltivazione dei frutti di bosco con sistemi idroponici non richiedono temperature particolari: hanno bisogno di 22-23 gradi centigradi durante il giorno e 20-21 di notte. Per questo, è opportuno prevedere delle piccole serre facilmente smontabili o delle coperture, in modo da poter proteggere le piante nei periodi dalle temperature più rigide.


Come abbiamo visto sopra, per la coltivazione in vaso, i frutti di bosco richiedono dei vasconi piuttosto ampi (vasi o contenitori da circa 40 centimetri di diametro o di lato, nel caso siano rettangolari) e un ambiente acido: procuratevi, quindi, un terriccio fertile per piante acidofile, oppure miscelate torba (4 parti), fibra di cocco (4 parti), perlite (2 parti) e un po’ di zolfo.
Come già accennato sopra, occorre prevedere un sistema idroponico di irrigazione a goccia collegato ad un timer, che garantisca innaffiature regolari e sufficienti, ma non eccessive.
E ora non resta che avviare la vostra coltivazione di frutti di bosco con la tecnica che preferite!



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